ADAPTATION – Nature Challenge To Man in the Era of Climate Change – Veneto Webdoc

ADAPTATION è un progetto giornalistico internazionale nato per documentare la convivenza tra l’uomo, la tecnologia e la natura nell’era del climate change.

Ogni giorno i media di tutto il mondo rilanciano notizie di catastrofi naturali legate al cambiamento climatico e disegnano scenari drammatici per il futuro. Da più parti vengono invocate decisioni radicali dei governi per ridurre le emissioni di CO2 nell’atmosfera mentre l’Intergovernmental Panel on Climate Change avverte che restano solo 11 anni per salvare il pianeta.
Ad una domanda, però, non viene mai data risposta: cosa sta facendo l’umanità per salvare se stessa?
Tecnologie innovative, storie di luoghi che cambiano, terre che si rigenerano, persone in prima fila nella lunga marcia dell’adattamento, questo è ciò che racconta ADAPTATION, un webdoc (www.adaptation.it) che sfrutta le potenzialità della comunicazione digitale per parlare a pubblici diversi e di tutte le età.
La crew di ADAPTATION sta realizzando, in Italia e nel mondo, reportage di ‘constructive journalism’ focalizzati sulle soluzioni più che sul problema.
Se innalzamento delle temperature, fusione dei ghiacci, devastanti periodi di siccità sono fatti incontrovertibili, l’Adattamento è la risposta per continuare a sperare, a vivere, a progredire.

ADAPTATION lancia il Webdoc  Veneto

Dalla desalinizzazione della laguna di Venezia al ripristino delle dune sabbiose tra Cavallino e Punta Tagliamento, dal ritorno prepotente degli allevamenti di ostriche alle ‘super-viti’ della zona del Valdobbiadene che resistono a insetti e siccità, passando per la foresta del Cansiglio, dove vengono piantati faggi del sud Italia, fino all’agricoltura di frontiera, che si potrà fare quasi senz’acqua o usando come fertilizzante speciale letame in pellet e addirittura fango depurato proveniente dalle fogne. Il Veneto sta facendo un grande sforzo per adattare se stesso al mutato scenario climatico e ridurre i danni ‘da clima’ a persone, cose, ecosistemi. 

Conosciamo le difficoltà delle città che sono nate sull’acqua e per secoli hanno sfruttato i canali a scopo commerciale, conosciamo la fragilità degli ambienti naturali che sono ormai esposti a piogge improvvise e torrenziali o prolungate siccità. Conosciamo il rischio allagamenti che affligge alcuni centri come Padova o l’acqua alta che rende complessa la vita dei veneziani.

Università Ca’ Foscari Venezia, Università di Padova, Veneto Agricoltura, Consorzi di Bonifica, Ispra e multiutility come AcegasApsAmga o aziende private come Fomet, Zordan sono impegnati su fronti diversi per trovare soluzioni e gestire la complessa transizione verso l’adattamento. In attesa che venga varata una non più procrastinabile SRACC, Strategia Regionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici, che contenga delle chiare linee guida.

La situazione non è rosea. Basta guardare i dati rilevati dalle 110 stazioni automatiche di ARPAV dal 1993 al 2020 che evidenziano un trend di aumento delle temperature medie pari a +0.55 °C per ogni decennio (si raggiungono gli + 0.6 °C se si considerano le sole aree pianeggianti, cioè le quote inferiori ai 50 m s.l.m.)
E non è tutto. L’effetto della “tropicalizzazione” del clima ha stretto tutto lo Stivale nella morsa di ondate di calore e piogge torrenziali che provocano effetti catastrofici. Nel solo Veneto le precipitazioni sono aumentate del 15% nel periodo 1993-2020, soprattutto nella fascia prealpina.

Ma questo è soprattutto l’anno della grande siccità e si vede. Le risorgive del vicentino, preziose per l’approvvigionamento idrico che assicurano alla città di Padova, registrano abbassamenti della falda (anche se la rete idrica è stata concepita dal gestore in maniera da essere resiliente e autoregolarsi). Il fiume Piave, a marzo, era in agonia, e aveva fatto registrare -36% piogge in meno rispetto alla media 1994-2021. E anche i bacini di montagna non se la passano bene, per colpa dello scarso innevamento invernale.

In Veneto abbiamo toccato con mano cosa significhi lavorare sui territori per renderli adattati e tutelarne la biodiversità. Credo siano in pochi, oltre gli addetti ai lavori, a sapere come sta veramente la laguna di Venezia o
come stanno le foreste o le spiagge della regione, tanto amate dai turisti”, spiega il giornalista Marco Merola, ideatore del progetto Adaptation. “Andando in giro insieme agli esperti, invece, abbiamo capito quanto lavoro, quanti investimenti e quanti studi ci sono dietro al ripristino di ecosistemi compromessi. Anche se la politica ha tempi lunghi qui tutti si stanno già sforzando di fare la loro parte, anche l’industria e il settore privato”.

Veneto Adapt

In Veneto è stato implementato il Progetto  Veneto Adapt | Central Veneto Cities netWorking for ADAPTation to Climate Change in a multi-level regional perspective, finanziato dalla Commissione Europea nell’ambito della linea LIFE nei territori del  Veneto Centrale, coinvolgendo varie città, per studiare l’impatto dei cambiamenti climatici nel territorio. Un progetto europeo avviato nel 2017 che, utilizzando un approccio multilivello,  ha permesso alle pubbliche amministrazioni coinvolte di programmare e mettere in campo azioni tese a rendere più resilienti le aree urbane e favorire la realizzazione di interventi che mitighino gli effetti negativi dei cambiamenti climatici.

L’azione pilota della città di Padova è stata il Parco del Basso Isonzo, segui la video intervista Con la testa fuori dall’acqua – Adaptation webdoc