L’iter di approvazione della Legge sul ripristino della natura, uno dei provvedimenti-simbolo dell’agenda verde europea, ha raggiunto il traguardo finale. Il Consiglio Ue ha adottato il regolamento, mettendo fine a uno stallo di oltre due mesi.
Al Consiglio era presente la viceministra Vannia Gava, che ha spiegato così il voto contrario dell’Italia: «Per quanto siano stati introdotti miglioramenti, l’accordo finale resta per noi insoddisfacente. Non possiamo accettare che si vadano ad accrescere gli oneri economici e amministrativi per il settore agricolo».
Le nuove regole prevedono l’obbligo di ripristinare le condizioni naturali in almeno il 20 per cento della superficie terrestre e marina dei territori dell’Unione entro il 2030 (e il 30 per cento di territori selezionati), in modo da impedirne lo sfruttamento commerciale; prevedono anche di estendere gradualmente la tutela a tutti gli ecosistemi scelti entro il 2050. Saranno direttamente applicabili ai paesi membri dopo la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione.