PER UN CONTRIBUTO ALLA STRATEGIA NAZIONALE DI ADATTAMENTO AL CAMBIAMENTO CLIMATICO

ROMA 26 GENNAIO 2012

Introduzione

Unire le competenze, integrare i punti di vista, delineare una strategia per affrontare il cambiamento climatico non solo in termini di mitigazione. Questo il senso del workshop “Per un contributo alla strategia nazionale di adattamento al cambiamento climatico” organizzato dal Tavolo di lavoro degli enti locali per il clima composto da Aiccre, Alleanza per il clima, Anci, Associazione dei Comuni Virtuosi, Coordinamento delle Agende 21 Locali Italiane, Istituto Nazionale di Urbanistica, Kyoto Club, Unione delle Province Italiane.

Nella giornata si sono susseguiti numerosi interventi che hanno portato diverse analisi e riflessioni sui temi del governo del territorio, della politica del suolo, delle buone pratiche già presenti, delle politiche europee, degli strumenti finanziari, degli elementi fondamentali che il piano dovrà contenere e sull’opportunità di raccogliere le best practices in un data base.

Tra gli aspetti messi in evidenza è emersa in modo chiaro la necessità che l’Italia si doti prima possibile di una strategia e di un piano operativo per l’adattamento ai cambiamenti climatici che risponda alle reali esigenze del paese in termini di specificità territoriali, che possa dare risposte nel breve termine ma che consideri gli sviluppi nel lungo termine, che preveda un regia centrale ma lasci la possibilità di declinare le politiche a livello locale, che valuti le opportunità e i rischi tanto economici quanto sociali e che renda la popolazione più consapevole.

“Quello di oggi – ha detto Emanuele Burgin, Presidente del Coordinamento delle agende 21 Locali italiane – è un tema difficile perché ancora nebuloso. Sulla mitigazione infatti siamo sicuramente in uno stadio più avanzato, abbiamo già gli strumenti per analizzare e valutare ed è ormai impellente che le azioni individuate fin qui come necessarie vadano portate a termine. Per definire una strategia di adattamento devono essere trovate invece tutte le possibile nuove partnership ai diversi livelli, in modo da tradurre in tempi rapidi le idee in progetti, seguendo percorsi ben delineati. Ciò non significa che dovranno per forza esserci tanti piani diversi, che potrebbero creare una difficoltà di gestione, ma senza dubbio è necessario migliorare il quadro conoscitivo e ampliare le valutazioni sulle possibili scelte e sulle possibili conseguenze.”

Andrea Filpa e Simone Ombuen INU

SERVE UNA STRATEGIA DI ADATTAMENTO PER TUTTO IL TERRITORIO ITALIANO

Decisamente interessante l’intervento di Andrea Filpa e Simone Ombuen dell’Istituto Nazionale di Urbanistica che individuano almeno quattro requisiti indispensabili per garantirne l’efficacia dei piani di adattamento: l’interscalarità, ossia la necessità di creare un esteso network istituzionale individuando ruoli importanti e differenziati sia per un Piano di Adattamento nazionale, sia per Piani di Adattamento promossi da enti locali, singoli o associati; la trasversalità, ovvero la capacità di cogliere le interconnessioni settoriali e di costruire un mix di politiche ed azioni equilibrato per le quali è necessaria un’allocazione di risorse adeguata; la condivisione sociale, che consenta di coinvolgere i cittadini in una prospettiva che spazia dal breve al lunghissimo termine; l’operatività mirata che associ interventi in grado di produrre risultati misurabili in tempi più ristretti con quelli che saranno strategici per le future generazioni.
Andrea Filpa e Simone Ombuen INU

Karl-Ludwig Shibel Alleanza per il Clima

NECESSARIO UN OBIETTIVO ITALIANO

“È irresponsabile non parlare di adattamento ma allo stesso tempo una politica di adattamento sarà inutile se non ci sarà una politica di mitigazione.” Questo uno dei commenti di Karl-Ludwig Shiebel di Alleanza per il clima che ha proposto nel suo intervento una riduzione del consumo del suolo di 30 ha al giorno entro il 2020, ha messo in evidenza la necessità di compiere una ricerca sugli impatti e le politiche di adattamento e ha rilevato il bisogno di promuovere la consapevolezza del suolo come bene comune insostituibile. “L’adattamento – ha sottolineato Schiebel – richiede processi lenti per i quali va delineato in modo chiaro l’obiettivo italiano”.
Karl-Ludwig Shibel Alleanza per il Clima

Vanni Bulgarelli, Coordinamento Agende 21 Locali Italiane

SERVE UNA RISPOSTA SISTEMICA NAZIONALE CHE VALORIZZI LE ESPERIENZE

Una carrellata di buone pratiche veramente completa quella presentata da Vanni Bulgarelli, responsabile del Gruppo di Lavoro Città Sostenibile del Coordinamento delle Agende 21 Locali italiane che ha incrociato le migliori esperienze nazionali e internazionali. Passando da Firenze a Rotterdam passando per Ancona e Patrasso Bulgarelli ha affrontato il tema della tutela delle zone costiere, dell’intrusione salina nei fiumi, della gestione dell’acqua, del rischio inondazioni e alluvioni, della pianificazione nelle zone di provincia, del ritiro dei ghiacciai nelle zone alpine, della forestazione urbana. “E’ incredibile – ha detto Bulgarelli – come sia ancora sporadico il riferimento alle città e ai territori quando si parla anche a livello internazionale di cambiamento climatico.”

Vanni Bulgarelli, Coordinamento Agende 21 Locali Italiane

Francesca Battisti, Aiccre

NECESSARIA UN’INTEGRAZIONE DELLE POLITICHE

“Serve un’integrazione delle politiche”. Ha esordito in questi termini Francesca Battisti di Aiccre che, portando come esempio il caso drammatico del Comune di Genova, ha preso spunto per illustrare gli scenari delle politiche europee. In particolare si è soffermata sui principali contenuti del “Libro Bianco, L’adattamento ai cambiamenti climatici: verso un quadro d’azione Europeo”. “L’adattamento è già in atto – ha sottolineato Francesca Battisti – ma in maniera frammentata. Occorre quindi un approccio più strategico per misure che siano efficaci e coerenti tra i vari settori e i livelli di governi interessati”.

Francesca Battisti, Aiccre

Piero Pellizzaro, Kyoto Club

POSSIBILE INDIVIDUARE AZIONI DI ADATTAMENTO IN OGNI SETTORE

Veramente denso di spunti l’intervento di Piero Pellizzaro di Kyoto Club che ha esordito nel suo intervento precisando innanzitutto la differenza tra adattamento pianificato, inteso come strategia impostata per alleviare il danno e adattamento autonomo, codificato come risposta naturale automatica ad uno ‘shock’. “L’adattamento può essere declinato dentro ad ogni settore – ha detto Pellizzaro – e in ogni zona territoriale. Prima di tutto però va individuato il climate proofing, ossia il rischio al quale può essere sottoposto ogni differente area del paese.” Per questo un ruolo forte lo giocheranno le assicurazioni che dovranno garantire ad esempio migliore tempestività nei pagamenti post catastrofe e per le quali il Governo dovrebbe definire procedure più snelle.

Piero Pellizzaro, Kyoto Club

Maria Grazia Midulla, WWF

NELLE CITTÀ SERVE UNA CAPATICÀ VISIONARIA E NON INTERVENTI SPOT

“I cambiamenti climatici sono moltiplicatore dei problemi già esistenti e l’Italia dovrà rendere conto del fatto che, a differenza di molti paesi della UE non ha una strategia e un piano d’azione sui cambiamenti climatici.” Non ha usato mezzi termini Maria Grazia Midulla del WWF per sottolineare l’urgenza di predisporre azioni concrete per l’adattamento. “Nelle città serve una capacità visionaria – ha aggiunto – e non interventi spot. Se si pensa al sistema urbano attuale, agli impatti dei cambiamenti climatici, al modello di economia decarbonizzata del futuro e agli aspetti sociali è chiaro che è impellente creare un modello a livello locale nuovo che potrebbe essere luogo però di un vero Rinascimento delle città.” Maria Grazia Midulla tuttavia non vede un duello tra le competenze nazionali, europee e locali. “Le politiche ambientali hanno dei momenti regolatori ma anche una spinta dal basso. E dal mio punto di vista, a livello internazionale si sta dando una grandissima enfasi. A livello UE si devono tracciare dei panieri di politiche e poi si deve rimandare a livello nazionale. Ma serve una regia e una strategia pubblica anche nei progetti in cui ci siano partnership con i privati. Perché nell’adattamento il convincimento e il coinvolgimento della popolazione sono elementi fondamentali e per questo va stimolata la partecipazione in tutti gli ambiti dall’agricoltura, all’energia, ai trasporti.” Interessante infine l’esempio portato dalla Responsabile clima del WWF: “La Cina ha imposto a 7 città, tra le quali Pechino, dei limiti sulle emissioni. Questa decisione è espressione di una tendenza che prenderà piede sicuramente.”

Domenico Gaudioso, Ispra

ENTRO IL 2012 LINEE GUIDA PER LA DEFINIZIONE DEI PIANI DI ADATTAMENTO LOCALE

Sarà interessante capire quali risultati porterà il Progetto Life ACT – Adapting to climate change in Time che vede fra i partner ISPRA. “L’obiettivo – ha spiegato Domenico Gaudioso di ISPRA – è la predisposizione di “Piani di adattamento locale” finalizzati a limitare gli impatti dei cambiamenti climatici ed a ridurre la vulnerabilità del territorio di tre municipalità”. Coinvolte nel progetto infatti ci sono anche Patrasso, Bullas ed Ancona.

Domenico Gaudioso, Ispra